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Monografia tematica sulla ricostruzione post-sisma del maggio 2012
a cura di Enerplan S.r.l. – Società di ingegneria
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realizzato da
Marco Lugli

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CHIESA DI SANT'AGATA IN CIBENO DI CARPI

La chiesa dedicata a Sant’Agata in Cibeno in Carpi, risale al XVI secolo ma lo stato attuale è frutto di numerosi rimaneggiamenti successivi. La chiesa è di forma allungata a navata unica con cappelle laterali. L’area presbiteriale è inserita in un corpo più basso rispetto al resto della chiesa ed è introdotta da un portale. Ai lati del presbiterio si collocano il campanile e la sagrestia. La copertura è a capriate lignee con controsoffitto piano a cantinelle. A causa del terremoto che si è manifestato con forti scosse nel mese di maggio, la chiesa ha subito lesioni, che hanno denotato un orizzonte di danno contenuto. L’elemento più preoccupante era il controsoffitto che pur presentando solo lesioni nel perimetro della struttura, si identifica come un corpo fragile e facilmente soggetto a distacco anche di porzioni molto estese. Gli interventi eseguiti sono stati numerosi ed hanno coinvolto sia l’interno della chiesa che l’esterno operando sia sulle lesioni che sulle fonti di vulnerabilità. Il consolidamento principale è avvenuto nel sottotetto permettendo di portare a termine una poderosa opera di consolidamento dell’orditura della copertura e del controsoffitto, sul quale si è intervenuti mediante l’inserimento di micro perni in acciaio inox trattenuti mediante iniezione di resina e l’aggancio a fazzoletti di rete in fibra di vetro posizionati all’estradosso del controsoffitto; mentre i travetti sono stati solidarizzati alle cantinelle mediante applicazione di giunti di pasta epossidica elastica. L’intervento di consolidamento è stato esteso anche alle cappelle laterali in tavelle mediante la posa di fasce in fibra di carbonio, integrato con l’aggiunta della stesura di uno strato sottile di calce strutturale. L’area presbiteriale è stata migliorata sismicamente introducendo il doppio tavolato incrociato a livello delle coperture. Il progetto ha coinvolto anche il campanile sul quale sono stati eseguiti degli incatenamenti con tiranti metallici; allo stesso modo si è operato all’interno della chiesa inserendo catene metalliche alle reni degli archi.